Finito questo importante lotto di lavori che ha riguardato, oltre alle opere di adeguamento strutturale, anche il restauro delle pareti della cappella maggiore, le cappelle laterali e la facciata interna sopra l’altare. Scoperti affreschi di cui si ignorava l’esistenza e riportati alla luce due stemmi in pietra del XIV secolo.
La fine del restauro nella zona absidale e dell’altare maggiore della chiesa di San Francesco a Prato segna il giro di boa di quello che è stato definito “il grande restauro del San Francesco”, ovvero il restauro della chiesa.
Il progetto
Le attività erano state precedute nel 2019 da una scrupolosa campagna di indagini propedeutiche al progetto di consolidamento, manutenzione e restauro della chiesa che che abbiamo battezzato “il grande restauro del San Francesco”, a sottolineare l’importanza di questo intervento che si svolge a quasi 120 anni di distanza dall’ultimo di tale portata (1902-1904).
La progettazione e la direzione dei lavori è affidata dalla Parrocchia di San Donato in San Francesco ad un gruppo multidisciplinare, coordinato dall’arch. Riccardo Berti: la progettazione e direzione dei lavori è affidata a SPIRA srl con l’arch. Sara Marrani, l’ing Riccardo Papi, l’ing. Silvio Spadi, l’Istituto per la BioEconomia (IBE) del CNR per lo studio, la caratterizzazione e la datazione delle strutture lignee e l’università di Firenze per lo studio delle superfici murarie. Tutti i lavori sono eseguiti sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, nelle persone dell’arch. Giuseppina Clausi, della dott.ssa Lia Brunori, e della dott.ssa Francesca Leolini.
I lavori, commissionati dalla Parrocchia di San Donato in San Francesco, in accordo con l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Prato, in conseguenza della loro complessità ed onerosità, richiedono necessariamente un’esecuzione per lotti consecutivi. Il primo di questi lotti ha coinvolto la facciata principale, il restauro delle vetrate della chiesa e la riqualificazione dell’impianto elettrico, e si è concluso nella primavera del 2022. Il secondo lotto è quello che è appena terminato ed ha riguardato il restauro della facciata absidale, parte delle facciate laterali, il restauro delle cappelle absidali e il restauro del tetto sopra la zona presbiterale.
Attualmente si sta proseguendo con le attività di restauro del terzo lotto che replicherà le lavorazioni viste in precedenza fino ad affrontare tutte le problematiche emerse in fase di progettazione. A questo lotto ne seguiranno altri fino alla conclusione prevista alla fine del 2024.
Il programma tecnico è supportato da un piano finanziario che, a copertura dei fondi necessari, percepisce un finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) attraverso i fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, per circa il 70% e vede l’impiego di risorse proprie della Parrocchia oltre a risorse derivanti da sostenitori privati tra i quali la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato che ha contribuito al restauro delle vetrate e nel lotto che si è appena concluso con un contributo per il restauro degli affreschi.
Le attività tuttavia non si limitano esclusivamente alle lavorazioni in cantiere ma camminano di pari passo allo studio del monumento e delle fonti archivistiche ad esso legate. Tale attività ha consentito, in precedenza di meglio definire le fasi costruttive della facciata principale e quindi rivedere anche alcune attribuzioni che si erano consolidate nel tempo, ora di scoprire decorazioni di cui si erano perse le tracce e dunque se ne ignorava l’esistenza
Dentro il cantiere di restauro
Le operazioni di descialbo durante il cantiere di restauro in questa zona della chiesa, hanno portato alla luce gli affreschi sulla parete della navata centrale che guarda verso l’altare maggiore, della volta della cappella maggiore e le pareti della cappella a sinistra dell’altare. Le decorazioni emerse sono la testimonianza di un articolato palinsesto stratigrafico dovuto ai diversi rimaneggiamenti che hanno interessato il complesso basilicale nelle varie epoche, rispecchiando nello stile il gusto del periodo.
Nello specifico sono da considerarsi determinanti le modifiche architettoniche dell’arco trionfale, riportato nell’intervento del 1904 alla conformazione originaria a sesto acuto dopo le modifiche sei-settecentesche con andamento dell’arco a sesto ribassato, come si evince dalla curvatura delle decorazioni e delle incisioni indirette eseguite sull’intonaco fresco per riportare il disegno.
L’intervento di restauro del 1904 fu chiaramente volto, oltre che al risanamento delle coperture, a cancellare l’aspetto baroccoccheggiante della chiesa; in quest’occasione, infatti, vennero obliterate le decorazioni delle cappelle e delle pareti della navata. Tale intervento conferì all’intera chiesa un nuovo aspetto dal gusto medioevale; la ri-decorazione delle capriate e del fregio, nonché le bicromie intorno a finestre, oculi e archi, risultano una licenza in pieno stile purista che assunse però le caratteristiche del falso storico perché non basata su fonti e indagini. Il reale aspetto trecentesco della chiesa, infatti, molto probabilmente doveva apparire diverso: senza decorazioni bicrome e comprendente una serie di decorazioni parietali a loro volta coperte da quelle seicentesche o andate distrutte.
Diverse dunque sono le stratificazioni rinvenute sulle pareti dall’analisi visiva con luci professionali a luce diffusa, radente e mediante l’impiego di lampada di Wood.
Per una maggiore comprensione delle diverse stratificazioni rinvenute sulla parete sopra l’altare maggiore dall’analisi visiva, di seguito analizziamo i livelli, partendo da quello più recente:
– Livello 0 – Tale livello, rimosso durante le operazioni di descialbo, era caratterizzato da una tinteggiatura di colore bianco e da finte cornici in pietra serena che profilavano gli archi delle cappelle e i loculi. La finta cornice è ancora visibile sul rifacimento dell’arco dell’abside centrale ed è tuttora presente intorno alle finestre delle pareti laterali della chiesa.
– Livello 1 – Tinteggiatura di epoca recente di colore grigiastro rimossa durante le operazioni di descialbo.
– Livello 2 – Tinteggiatura di epoca recente di colore panna rimossa durante le operazioni di descialbo.
– Livello 3 – Tale livello corrisponde al grande intervento di restauro in stile gotico del 1904 che interessò tutta la basilica. In quest’occasione vennero eseguite le bicromie bianche e nere rinvenute nei profili degli oculi e degli archi delle cappelle e realizzato il fregio nella parte alta, mentre la parte sottostante era semplicemente tinteggiata di un colore bianco sporco. Tale strato è stato rimosso durante le operazioni di descialbo in quanto, a differenza del fregio realizzato su un intonaco di nuova fattura, risultava applicato direttamente a contatto con le più antiche stratigrafie sottostanti.
– Livello 4 – Ridipintura ottocentesca con finte ripartizioni architettoniche, realizzata a tempera, che in massima parte ricalca il dipinto sottostante di epoca seicentesca.
– Livello 5 – Dipinto murale seicentesco, realizzato a calce, raffigurante una ripartizione architettonica costituita da lesene e cornici che inquadra due scene monocrome poste rispettivamente sopra le cappelle laterali e raffiguranti, a destra dell’arco principale, le stimmate di San Francesco, mentre, a sinistra, è rappresentata la scena del sogno di Innocenzo III.
– Livello 6 – Al centro degli archi laterali sono stati rinvenuti due stemmi della famiglia Pugliesi, in pietra forte (inizio XIV secolo), a sinistra e della famiglia Angiolini in marmo imetto (fine XIV secolo), probabilmente appartenenti all’impianto originario trecentesco. All’analisi UV sono state rinvenute tracce di policromia e doratura originaria.
La stratigrafia della cappella di sinistra sembra invece fermarsi al livello 4. I dipinti murali che la ripartiscono architettonicamente, sembrano essere infatti realizzati in epoca settecentesca su nuovo intonaco.
La stratigrafia della volta della cappella maggiore infine conserva due livelli: quello più antico (XIV secolo?) di cui si vede ancora parte della decorazione in azzurrite, successivamente martellinata per farvi aderire il secondo livello di epoca già rinascimentale costituito dalle decorazioni costoloni e perimetrali. Al centro delle vele si nota ancora la forma di quattro medaglioni afferenti lo stesso livello.
Infine sono state ritrovate e messe in luce le decorazioni originali (XIII secolo) delle mensole che sostengono le capriate.
Le tappe del “grande restauro del San Francesco”
2018 – 2021 Fase di indagine e sviluppo della progettazione integrata per gli interventi di restauro e consolidamento della chiesa di San Francesco
2021 – 2022 (lotto 1) restauro della facciata principale, delle vetrate policrome della chiesa e riqualificazione dell’impianto elettrico.
2022 – 2023 (lotto 2) Restauro della zona absidale della chiesa comprensiva degli interventi degli elevati interni ed esterni e delle coperture
2023 – 2024 (Lotto 3) Restauro e consolidamento dell’aula della chiesa comprensiva degli interventi sugli elevati interni ed esterni, coperture lignee decorate e superfici di pregio
Dettagli dell’evento:
Quando:
martedì 5 dicembre 2023, ore 11.00 – Ingresso libero
Per informazioni: dal lunedì al sabato, dalle ore 8.00 alle 18.00 tel. 0574 31555
info@sanfrancescoprato.it
Dove:
Chiesa di San Francesco