Il restauro della lastra tombale di Francesco di Marco Datini

Il restauro della tomba di Francesco Datini

Si è concluso il restauro di uno dei simboli più famosi di Prato: la Lastra tombale di Francesco di Marco Datini sul pavimento della Chiesa di San Francesco.
By San Francesco Prato 5 anni ago

Si è concluso il restauro della famosa Lastra tombale del grande mercante pratese Francesco di Marco Datini.

L’opera fu realizzata, su commissione del Ceppo Nuovo fondato dallo stesso Datini, dallo scultore fiorentino Niccolò Lamberti, detto “il Pela“, nel 1410 anno della morte del mercante.

Alcune fasi del restauro della fascia in “commesso fiorentino”.

Nell’opera, scolpita su una lastra di marmo bianco di Carrara, il Datini è raffigurato disteso sul letto funebre inserito in un elaborato tabernacolo di gusto tardogotico con colonnine tortili, pinnacoli e cuspide ornata da girali vegetali. L’intera scultura è impreziosita da due fasce in marmo e pietre intarsiate secondo l’antica tecnica del commesso fiorentino che fanno da cornice al perimetro del sepolcro. La fascia più interna riporta l’iscrizione latina “HIC IACET CORPUS PRUDENTIS ET HONORABUS VIRI FRANCISCI MARCI DATINI DE PRATO CIVIS  MERCATORIS PROVIDI FLORETINI QUI OBIIT DIE XVI MENSIS AGUSTI AD MCCCCX CUIUS ANIMA REQUIESCEBAT IN PACE”. La fascia esterna è invece un ricamo di motivi vegetali con ai quattro angoli le insegne del Ceppo Nuovo.

L’emblema del Ceppo Nuovo

L’ultimo grande restauro di quest’opera era stato nel 1994. In quell’occasione i restauratori erano intervenuti rimuovendo incrostazioni di natura organica e sporco che compromettevano l’integrità dell’intera superficie lapidea. Furono ricostruite e mappate tutte le piccole lacune erose da secoli di calpestio e infine venne applicato uno strato protettivo di cera microcristallina. Si deve quindi alla buona qualità di questo intervento se l’attuale restauro si sia limitato alla sola sostituzione della patina di cera microcristallina, data a protezione venticinque anni fa e che aveva assorbito lo sporco scurendo il marmo bianco. Tutte le stuccature sono state revisionate mentre l’opera è stata trovata in perfetto stato di conservazione.

Il restauro è stato eseguito dalle restauratrici Desirè Maddalena e Letizia Langianni sotto la supervisione della Dott.ssa Lia Brunori della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Firenze, Pistoia e Prato.

L’intervento è stato finanziato per intero dalla Fondazione Casa Pia dei Ceppi. 

 

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