Martedì 3 dicembre alle ore 20.30 il Concerto d’ inaugurazione sulle note di De Brébeuf e Zipoli.
L’organo costruito trentanni fa per la Chiesa di San Francesco e da allora sempre usato per Celebrazioni liturgiche e concerti, necessitava di un intervento di manutenzione straordinaria. Il lavoro che si conclude è cominciato oltre un anno fa con una accurata fase di analisi delle problematiche che si erano manifestate nel corso degli anni, e per lo più dovute alle lunghe e straordinarie stagioni di siccità delle ultime estati con un ulteriore ritiro del legno con cui sono realizzati i somieri di pedale.
Dalla progettazione si è quindi passati al “restauro” vero e proprio, affidato alla cura di Riccardo Lorenzini, che insieme a Claudio Ghilardi ne fu il costruttore, e affiancato per l’occasione dall’organaro Samuele Maffucci.
Ogni singola componente è stata smontata, pulita, perfezionata, sostituita dove necessario e rimontata in un complessissimo processo di perfetto incastro di migliaia di pezzi.
Oltre a ciò sono state apportate delle migliorie che hanno riguardato soprattutto l’illuminazione delle tastiere e della pedaliera. Inoltre sono sono state ristrutturate le mostre delle due cantorie laterali e in particolare quella di sinistra è stata completamente riassemblata.
L’organo, la cui totalità delle trasmissioni è interamente meccanica, fu realizzato nel 1979 secondo particolari tecniche artigianali e con una ricercata elaborazione esclusiva dei vari elementi che lo compongono e gli conferiscono un carattere unico che lo colloca tra i migliori e più apprezzati nel panorama nazionale.
Per celebrare questo avvenimento, abbiamo organizzato un concerto di inaugurazione in San Francesco, martedì 3 dicembre, con un programma che prevede per iniziare l’intervento dell’Abate di San Miniato al Monte dom Bernardo Gianni – chiamato recentemente da papa Francesco a predicare gli esercizi spirituali quaresimali – che parlerà del legame fra il pensiero gesuitico del passato e quello attuale. Il concerto infatti metterà in luce la produzione musicale e letteraria gesuitica, sia in prosa che in versi, fra Sei e Settecento.
Le musiche in programma sono state composte o raccolte e pubblicate da musicisti membri della Compagnia di Gesù. Sia nelle missioni fondate nelle Americhe che in quelle in Oriente, la musica era posta al centro delle attività educative destinate agli indigeni. Particolare è il caso del gesuita francese Jean de Brébeuf, missionario in Canada, a cui la tradizione attribuisce il testo e anche la musica dell’inno natalizio Jesous Ahatonhia, che nella lingua wendat degli indiani Huron significa Gesù è nato. Non a caso la melodia reca traccia di un canto natalizio popolare francese, Une jeune pucelle. Il brano conobbe una straordinaria diffusione anche nella versione in lingua inglese, conosciuta come Huron Carol.
Fra i musicisti gesuiti che operarono nel Nuovo Mondo si distinse in particolare il pratese Domenico Zipoli, che nel 1717 si imbarcò per l’America Latina. Si stabilì quindi a Cordoba (nell’odierna Argentina), dove rimase fino alla morte. La musica di Zipoli si diffuse in maniera capillare in tutta l’America meridionale, grazie al lavoro di numerosi copisti che lavoravano nelle reducciones gesuitiche. Due brani in programma (la travolgente Folias, follia, mèmore del ballo popolare iberico poi trapiantato in America Latina e la Retirada del emperador – Los dominicos de España) sono stati tramandati in manoscritti reperiti in alcune ex-riduzioni gesuitiche dell’odierna Bolivia.
Un personaggio davvero singolare, infine, fu il gesuita tedesco Athanasius Kircher, che si stabilì a Roma, dove allestì una famosa Wunderkammern. Kircher è considerato uno degli ultimi grandi eruditi della storia. Scrisse di geologia, egittologia, sinologia, metrica, musica, organologia, matematica, medicina, astronomia. Fra i suoi trattati ebbe larghissima eco la Musurgia Universalis, mentre meno conosciuto è il Magnes, sive de Arte Magnetica Opus (Roma, 1641), singolare opera dedicata ai fenomeni che lui definisce magnetici, in cui viene trattato il tarantismo, ossia la credenza popolare che la persona morsa dalla tarantola manifestasse reazioni isteriche o eccessi di melanconia curabili mediante una musica appropriata. Kircher non manca di pubblicare sue trascrizioni di vari rimedi musicali che si tramandavano oralmente da secoli nel Mezzogiorno italiano. Fra questi, risultano molto affascinanti la Vera Tarantella – Tono Hypodorio, diffusa nel Seicento a Napoli e l’Antidotum Tarantulae appartenente alla tradizione popolare del Salento. Tali brani vengono eseguiti in questo programma a commento sonoro del sermone In biasimo dell’avarizia in cui Segneri parla dell’avarizia e della cupidigia che attanagliano il cuore dell’uomo come mali profondi da estirpare con l’aiuto di un buon medico. La funzione apotropaica della tarantella, che veniva suonata anche in alcune chiese e in occasione di pellegrinaggi, era evidente al Kircher, che la considerava una sorta di magnete musicale capace di attrarre il male al di fuori del corpo, fosse o meno prodotto dal venefico morso del ragno.
All’organo siederà l’ottimo Gabriele Giacomelli – attivo a livello internazionale e già nel ’79 tra i progettisti dell’organo Ghilardi-Lorenzini – mentre gli eccellenti attori Cristina Borgogni – già allieva di Vittorio Gassman e autrice di spettacoli agiografici di successo come quello su Ildegarda di Bingen – e Paolo Lorimer – molto impegnato in teatro oltre che nelle fiction televisive Un posto al sole, Don Matteo 6, Elisa di Rivombrosa 2, Distretto di polizia, La squadra … – leggono i testi gesuitici.
Un particolare ringraziamento si deve al Rotary Club di Prato e al Soroptimist Club di Prato che si sono fatti carico dell’intero finanziamento dei lavori.
Dettagli dell’evento:
Quando:
martedì 3 dicembre 2019, ore 20.30 – Ingresso libero
Per informazioni: dal lunedì al sabato, dalle ore 8.00 alle 18.00 tel. 0574 31555
info@sanfrancescoprato.it
Dove:
Chiesa di San Francesco